Ogni stimolo che percepiamo è come una chiave silenziosa. Un tramonto, ad esempio, si posa sui nostri occhi senza intenzioni, privo di un significato intrinseco. È la nostra mente, il nostro cuore, che vi dipingono sopra gioie, nostalgie, o malinconie. Così accade che, dove tu vedi un’immensità che ti scalda l’anima, io posso scorgere un’eco che mi commuove fino alle lacrime.
Il tramonto, in sé, resta semplicemente un tramonto.
Quello che chiamiamo “significato” è il riflesso della nostra mappa interiore, quel delicato intreccio di esperienze, credenze, condizionamenti e memorie che colora ogni cosa. La mappa non è il territorio, si dice, eppure è attraverso di essa che leggiamo la vita.
Immagina una scena semplice: una donna sorride a un passante per strada. Tu osservi, e in un attimo il tuo mondo interiore inizia a parlare. È gentilezza? È seduzione? È leggerezza? Oppure un richiamo fugace all’innocenza? Qualunque sia la tua reazione, ti appartiene. Non è la donna a dirti chi sei, ma il modo in cui la tua mappa reagisce a ciò che hai visto.
Se, anziché giudicare ciò che accade o ciò che senti, ti prendi un momento per osservarti, qualcosa di prezioso accade: scopri un frammento di te. Un’emozione, un pensiero, un ricordo che affiora ti offre un indizio sulla trama che costituisce la tua mappa personale.
Accogliere senza giudizio ciò che provi è un atto di cura verso di te. Non è debolezza, ma forza: quella di riconoscere che il tuo vissuto non definisce chi sei, bensì racconta la storia di ciò che ti ha condotto fin qui. Osservare la tua reazione a un evento esterno – come quel sorriso che ti ha turbato o incantato – può rivelare un nodo della tua storia, un condizionamento o un dolore mai pienamente ascoltato.
_______”La vita sa confondere le sue tracce, e tutto del passato, può diventare materia di sogno, argomento di leggenda.”
Giorgio Bassani_______
E allora, cosa farne di quel frammento emerso?
La risposta sta nella responsabilità. Non intesa come peso, ma come opportunità: la capacità di scegliere. Quel pezzetto della tua mappa, ora visibile, può essere esplorato, trasformato, riletto. Può diventare una porta verso una libertà più ampia, quella di riscrivere il modo in cui abiti il mondo.
Quanti di questi frammenti hai già scoperto?
Cosa hai compreso di te attraverso di essi?
Ogni pezzo della tua mappa è un invito a esplorare, un richiamo a conoscere il territorio sconosciuto di ciò che sei.
Ricorda: la mappa si arricchisce solo se hai il coraggio di guardarla, di accoglierla e, quando necessario, di riscriverla.
Allenarsi alla presenza, essere presente a te stesso o a te stessa, accettando ciò che emerge senza giudicarlo, è il primo passo verso una consapevolezza che trasforma.
Un abbraccio dal mio Spazio Interiore.
Andrea